Come prendere un’impronta digitale su impianti con Scanner intraorale?
Le procedure di scansione per ottenere un’impronta dentale digitale con scanner intraorale velocizzano e semplificano i flussi di lavoro dello studio.
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Come prepararsi alla scansione intraorale?
La prima parte della procedura di scansione con scanner intraorale non differisce molto dal processo tradizionale di presa dell’impronta.
Una volta posizionato l’impianto ed attesi gli adeguati tempi di guarigione, verificata la motilità dello stesso, si può procedere alla presa dell’impronta.
Le impronte per restauri protesici implantari consentono di registrare in modo semplice e accurato le posizioni degli impianti. Tradizionalmente, il medico procede ad inserire all’interno dell’impianto un transfer che, una volta verificato l’allineamento tramite una radiografia, trasferirà nell’impronta l’esatta posizione che l’impianto occupa nel cavo orale del paziente.
Come avviene la scansione digitale dell’impianto
Eseguiti questi passaggi, si potrà procedere alla scansione digitale dell’impianto.
Prima di avvitare lo scan body e dopo aver smontato il provvisorio o la vite di guarigione, andrà eseguita una prima scansione che riprenda il tragitto trans-mucoso. Attraverso l’impronta digitale è, infatti, possibile registrare perfettamente questo percorso.
È fondamentale fare sempre attenzione al corretto alloggiamento dello scan body con la tacca, generalmente ben visibile, rivolta verso vestibolare. Questo passaggio consentirà allo scanner intraorale di leggere perfettamente la posizione tridimensionale dell’impianto.
Alla fine di questa procedura, lo scan body risulterà correttamente matchato all’interno dell’impronta.
Progettazione e realizzazione della protesi
I file ottenuti dalla scansione verranno inviati al laboratorio che procederà alla progettazione e alla realizzazione della protesi.
La precisione degli scanner intraorali è ormai ampiamente validata e supportata dalla letteratura internazionale che ci conferma il loro micrometrico grado di precisione.
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